La Solfatara di Manziana è stata utilizzata per la produzione di zolfo fino al suo abbandono, avvenuto negli anni Ottanta. La gestione del sito contaminato è ritornata in gestione diretta dell’Università Agraria che gestisce anche l’adiacente Bosco “Macchia Grande”.
Recentemente, nel 2015, il sito è stato decontaminato grazie al contributo del Programma LIFE dell’Unione Europea; in particolare, sono stati rimossi i materiali tossici e la copertura degli ex depositi. Inoltre, fondi LIFE supplementari sono stati investiti per la ristrutturazione e la rimessa in uso di uno degli ex edifici industriali. Il sito è ora in attesa di un nuovo progetto di riqualificazione.
Grazie al progetto TURAS, finanziato dall’Unione Europea, e con il supporto di OSMOS Transversal Planning, il 17-18 marzo 2016 si è tenuto un workshop sul futuro del sito, che ha coinvolto un gruppo trasversale di soggetti in rappresentanza di diverse competenze e gruppi di interesse. Attraverso la co-creazione, nel workshop sono stati individuati tre concetti attorno ai quali sviluppare il futuro del sito: Porta d’accesso, Energie rinnovabili e Innovazione in Agricoltura.
Il punto di partenza per il progetto di riconversione del sito è quindi combinare questi concetti affinché la Solfatara possa diventare al contempo una Porta d’accesso, un sito per la produzione di energia e un luogo vocato all’innovazione in agricoltura. Sulla base dei risultati del processo partecipativo, l’Università Agraria sta ora esaminando tali concetti in modo più dettagliato, consultando potenziali partner per la loro attuazione.